Pubblicazione Inail aggiornata al 30 giugno 2013, offre una visione complessiva della situazione sul territorio italiano e un’analisi approfondita delle problematiche nella gestione di questa tipologia di rifiuti.
Uno degli aspetti fondamentali della lotta all’amianto riguarda il momento in cui i rifiuti che contengono la pericolosa fibra killer sono avviati allo smaltimento in discarica sul territorio nazionale. Una fase cruciale per i riflessi che ha sulla salute e la sicurezza dei lavoratori e della popolazione, considerando che l’amianto è riconosciuto come causa del 50% dei casi di tumori di natura occupazionale.
Nel libro aggiornato al 30 giugno 2013 (che potete leggere sotto) “Mappatura delle discariche che accettano in Italia i Rifiuti Contenenti Amianto e loro capacità di smaltimento passate, presenti e future” i ricercatori del Gruppo amianto ed aree ex-estrattive minerarie del Dipia affrontano i temi e le problematiche legati alla fase di fine ciclo vita di questi materiali: il numero di discariche chiuse, in esercizio, sospese e in attesa di autorizzazione che accettano Rca (acronimo, per l’appunto, di “rifiuti contenente amianto”).
Inoltre, sono indicati i volumi smaltiti nell’anno 2012, l’andamento evolutivo rispetto al 2011, le volumetrie residue, le volumetrie future in attesa di autorizzazione e alcune valutazioni delle informazioni acquisite considerando i dati sia a scala regionale che nazionale.
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Amianto, il ministro Balduzzi: picchi decessi fino al 2020
17/05/12
Il ministro della Salute Balduzzi parla di picchi nei decessi fino al 2020.
Entro il 2020 assisteremo a un picco di decessi causati da patologie correlabili ad amianto . Questo quanto affermato dal ministro della Salute Renato Balduzzi in un’intervista rilasciata due giorni fa al quotidiano La Stampa.
“Le proiezioni epidemiologiche parlano di un picco 2020, dopodiché ci dovrebbe essere una discesa”- ha affermato il ministro ascoltato in merito alla pubblicazione delle motivazioni del processo Eternit. Il ministro ha continuato nelle pagine de La Stampa: “Al contrario dell’Italia a livello globale non si è smesso di produrre amianto. Non se ne produce più in Italia e in gran parte dell’Europa, ma se ne produce in altri parti in giro per il mondo anche solo per esportarlo come fanno altri Paesi. Questo significa che il pericolo non è venuto meno ma aumenta”.
“Stiamo cercando di fare un investimento forte non facile visti i tempi, per mettere insieme tutte le risorse nel campo della ricerca e poi coordinarle al meglio. Stiamo lavorando alla questione delle bonifiche, e quindi stiamo lavorando operando con programmi di sanità pubbliche per la sorveglianza e la presa in carico delle persone esposte, perchè esposte al rischio-amianto a cominciare chi fa le bonifiche”.