Il Governo sta spingendo per un’ulteriore misura agevolativa potrebbe favorire ulteriormente i lavori di ristrutturazione e di recupero edilizio.
E’ l’IVA al 4% in luogo dell’attuale 10% per chi esegue i lavori di risparmio energetico e di ristrutturazione edilizia che rispettivamente godono attualmente delle detrazioni fiscali del 65% e del 50% recentemente prorogate dal disegno di Legge di Stabilità 2015 (ancora da approvare in Parlamento)
La legge di conversione del decreto Sblocca Italia incamera, durante i lavori in commissione Ambiente a Montecitorio, una vera e propria bomba a larghissimo impatto sull’edilizia privata. Chi ristruttura il proprio immobile o effettua interventi per migliorarne le prestazioni energetiche, come la sostituzione degli infissi, vedrà scendere l’Iva dal dieci al quattro per cento. Questa riduzione sarà compensata da un contemporaneo aumento dell’Iva per le nuove costruzioni prima casa vendute direttamente dalle imprese, che passa dal 4 al dieci. Importante anche l’incentivo riconosciuto al mercato immobiliare. La deduzione Irpef del 20% della spesa di acquisto delle case (nuove o ristrutturate) non è più limitata alle abitazioni da destinare all’affitto, ma genericamente alla spinta del mercato immobiliare con l’assorbimento degli immobili invenduti da parte delle imprese.
Intanto, il decreto si prepara a concludere in maniera molto rapida il suo percorso alla Camera. Sembra scontato, infatti, che il Governo deciderà di blindare il testo con la fiducia.
I tempi per la sua approvazione cominciano ad essere molto stretti: la scadenza è fissata per il prossimo 11 novembre. E l’opposizione sta cercando in tutti i modi di farlo rallentare.
Il calendario previsto all’inizio dei lavori dal presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci è stato comunque rispettato, anche se con fatica. Sono servite quattro sedute notturne e una vera e propria maratona durante l’ultima giornata per chiudere i lavori: le votazioni di venerdì notte sono andate avanti fino alle 5 e 30. A pesare è stato, soprattutto, l’ostruzionismo del Movimento 5 stelle, che ha provato in tutti i modi a rallentare il provvedimento, ad esempio pretendendo che le sedute notturne fossero chiuse entro un certo orario o che non ci fossero sovrapposizioni di alcun tipo con i lavori dell’Aula o di altre commissioni interessate alla discussione. Alla fine, alla battaglia si è unita anche la Lega.