Si avvicina il termine del 1° gennaio 2014 entro cui anche gli studi professionali (Ingegneri, Architetti, Geometri, ….) dovranno avere un POS (Point of Sale) per consentire il pagamento ai clienti tramite carte di credito o bancomat abilitate.
Premesso che la pratica attuazione di questo obbligo dipende dall’emissione di un decreto interministeriale, del quale allo stato nulla si conosce, è noto che l’iniziativa è finalizzata ad aumentare i pagamenti in moneta elettronica per combattere l’evasione fiscale.
Posto che i pagamenti da 1.000 euro in su sono già assoggettati all’obbligo della tracciabilità (divieto di uso del contante) è francamente difficile capire perché questo limite non possa essere abbassato a 500 euro o ancora meno (comunque ad un limite compatibile col costo minimo di una prestazione professionale).
La tracciabilità resterebbe così ampiamente garantita, senza oneri per i professionisti e i clienti.
Ma siccome a pensar male eccetera, non si può fare a meno di considerare che l’installazione di oltre due milioni di POS negli studi professionali gioverà solo alle banche, che guadagneranno sulle commissioni e sui canoni del servizio.
Se questa misura fosse indispensabile per combattere l’evasione fiscale potremmo anche sopportarla: ma più che iniquo questo obbligo è inutile e quindi vessatorio; per questo motivo ne auspichiamo la rapida soppressione.
L’effettiva entrata in vigore della misura è però subordinata all’emanazione di un apposito decreto attuativo da parte del Ministero dello Sviluppo economico, che però non è ancora stato emanato.
Attenzione però, perchè la legge non prevede sanzioni per chi non si dota del POS e non è in grado di accettare pagamenti con il bancomat.